Bagarinaggio ed estorsioni: in manette i capi ultrà della Juventus

L’operazione è scattata all’alba, al termine di una lunga indagine condotta dalla Digos di Torino su disposizione della Procura del capoluogo piemontese. Le manette sono scattate per una dozzina di capi ultrà della tifoseria della Juventus, capi di diversi gruppi (Drughi, dei Tradizione, dei “Viking” e del “Nucleo 1985), che negli anni, in accordo tra loro, avevano occupato militarmente la curva bianconera divenuta scenario di traffici illeciti di diversa natura.
L'operazione “Last banner”, questo il nome dato al blitz, ha portato all’arresto, tra gli altri, di Dino Mocciola, capo dei Drughi che in carcere ci era già finito all'inizio degli anni Novanta per aver ucciso durante una rapina un carabiniere. E’ considerato uno dei responsabili delle infiltrazioni della 'ndrangheta in curva, vicenda già denunciata anche in diverse inchieste giornalistiche. In manette anche il suo braccio destro, Salvatore Cava, ed il leader dei Tradizione Umberto Toia. Per tutti le accuse sono a vario titolo di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.
Numerose anche le perquisizioni condotte in diverse città italiane
Gli arrestati ricattavano la società Juventus per cercare di continuare ad avere biglietti agevolati per le partite e gestire così il bagarinaggio. E proprio da una denuncia della società bianconera è partita l’inchiesta circa un anno fa.