CNN: nostre fonti accusano l’Iran per gli attacchi agli impianti petroliferi sauditi

Gli investigatori sauditi e statunitensi hanno pochi dubbi: "con altissima probabilità" l'attacco del fine settimana contro impianti petroliferi sauditi è stato lanciato da una base iraniana in Iran vicino al confine con l'Iraq. Lo scrive la CNN citando fonti vicine all’indagine, secondo la quale sarebbero stati una dozzina gli ordigni che hanno colpiti gli impianti di Abqaiq a seguito di un attacco condotto con missili da crociera e droni.
I missili, stando a queste fonti, hanno sorvolato il sud dell'Iraq e lo spazio aereo kuwaitiano prima di raggiungere i loro obiettivi. Sempre secondo la fonte, i missili avrebbero evitato di viaggiare sul Golfo Persico dove i sistemi radar statunitensi e sauditi sono più potenti. Interpellato dalla CNN il Pentagono ha rifiutato di commentare, mentre l'Iran non ha ancora risposto alla richiesta della rete televisiva.
Subito dopo l'attacco, il segretario di Stato americano Mike Pompeo aveva accusato l'Iran, incassando la repentina risposta di un portavoce del ministero degli Esteri iraniano che aveva parlato di “accuse cieche e commenti inappropriati”.
Esperti americani sarebbero impegnati a verificare i resti dei missili, per individuare la tecnologia utilizzata e quindi chi la detiene. A rendere più semplice il lavoro, i relitti di alcuni missili che non hanno raggiunto gli obiettivi.
Un'altra fonte che ha parlato con i funzionari del governo saudita ha detto alla CNN che sulla base delle immagini di un relitto caduto nel deserto, almeno alcuni dei missili utilizzati sono noti come Quds 1, missili che potrebbero essere in possesso delle milizie Houthi dello Yemen sostenute dall’Iran. Ma secondo alcuni esperti, il raggio del Quds 1 non sarebbe tale da consentire di colpire Abqaiq dai territori Houthi nello Yemen distanti circa 1.300 chilometri.