Nel segno della Brexit: Regno unito al voto

Su una cosa conservatori e laburisti britannici sono d’accordo: le odierne elezioni sono il banco di prova più importante di una generazione. È la terza volta in cinque anni che i britannici votano alle elezioni generali, ma la posta in gioco è la più alta di sempre. I protagonisti di questo voto, su tutti il premier Boris Johnson ed il leader laburista Jeremy Corbyn, hanno alle spalle, sei settimane di una campagna elettorale durissima dominata dal tema Brexit. Nei sondaggi della vigilia, su scala nazionale il vantaggio di Johnson appare per lui rassicurante, ma il meccanismo elettorale vigente nel Regno Unito, nel segno del maggioritario puro, dove chi nei 650 collegi in cui è suddiviso il paese prende un voto in più dell’avversario si prende l’intera posta, lascia maggiori margini d’incertezza.

Il premier Johnson ha espresso il suo voto stamani presto, intorno alle 8.15 locali in un seggio di Storey's Gate, una strada su cui si affaccia l'Abbazia di Westminster. Era in compagnia del suo cagnolino con il quale si è fatto fotografare dopo il voto. Il seggio di Corbyn è invece a Islington, nel nord di Londra. Il leader laburista ieri si è recato per l’ultimo appello al voto in sei collegi elettorali, finendo nella zona est di Londra. Anche Jo Swinson, leader dei Democratici Liberali, ha fatto un tour nei collegi, sollecitando gli elettori a sostenere i suoi candidati per fermare la Brexit mentre Nicola Sturgeon del partito nazionale scozzese ha fatto il suo giro finale a Edimburgo, Glasgow, Stirling e Dunbartonshire. Chiusi i seggi alle 22.00 ora locale, verranno annunciati i risultati dell’exit poll, che in Gran Bretagna propongono spesso risultati prossimi a quanto a distanza di poco lo scrutinio poi rivela. I primi risultati vengono annunciati un'ora dopo circa gli exit poll. Per ottenere la maggioranza occorre affermarsi in almeno 326 collegi elettorali