Nella giornata del 3 dicembre gli auguri ed i riconoscimenti non mancheranno. Per un novantesimo compleanno sono quanto mai sentiti, figuriamoci se a festeggiarlo è uno dei “padri nobili” del cinema francese come Jean-Luc Godard. Ma lui, una delle figure più importanti della “Novelle Vague”, difficilmente ricambierà. Da tempo è ormai l'uomo invisibile del cinema mondiale: non si mostra in pubblico, schiva le cerimonie ufficiali, non accompagna i suoi film, evita perfino di ritirare i premi. Vive nella sua casa parigina avvolto nel mistero e dalla curiosità dei tanti che lo hanno conosciuto e apprezzato per le sue opere, dai suoi i suoi primi cortometraggi ai film che hanno segnato un’epoca. Tra i primi "Le petit soldat", "Les carabiniers", "Une femme est une femme"…..,, poi sul finire degli anni ’60 dopo la fine della sua amicizia con Francois Truffaut e la scelta dell'impegno politico, "La chinoise" , "Vento dell'est" con Gian Maria Volonté e "Crepa padrone tutto va bene" ("Tout va bien") con Yves Montand del '72. Negli anni '70 si è proposto come pioniere delle nuove tecnologie, sviluppando un’estetica fuori dagli schemi del periodo. Nel 2011 è arrivato anche l’omaggio di Hollywood con un Oscar alla carriera consegnato in sua assenza. Nel 2014 a Cannes con “Adieu au language” si è aggiudicato il Premio della Giuria ottenendo poi nel 2018 sempre a Cannes una Palma d'oro speciale.