Autostrade, passo indietro dei Benetton, via libera al controllo di Cdp. Nella notte l’intesa in CdM

Al termine di sei ore di dure discussioni, quando ormai si avvicinava l’alba, il Consiglio dei Ministri ha dato il suo ok all'ingresso di Cdp con il 51%, in Aspi, che diventerà di fatto una public company. Un passaggio reso possibile dal passo indietro della famiglia di Benetton che di fronte alla determinazione del premier Conte di procedere alla revoca della concessione, ha accettato di uscire gradualmente dal controllo di Autostrade, prima scendendo al 10-12% dell'azionariato, poi con un'ulteriore diluizione in coincidenza con la quotazione in borsa di Aspi. La svolta nell’imminenza della riunione del CdM iniziata a tarda notte, con l’arrivo sul tavolo dell’esecutivo della proposta transattiva di Aspi con la "rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell'Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell'art. 35 del decreto-legge "Milleproroghe"".

Nel comunicato finale del CdM si legge tra le altre cose che Aspi si farà carico di "misure compensative per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro. Oltre ai risarcimenti, anche l’accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall'ART (Autorità di regolazione dei trasporti) con una significativa riduzione delle tariffe.

L'ultima trattativa si è consumata nel corso di un Consiglio dei ministri infuocato con le varie componenti alla ricerca di una soluzione ad un dossier carico di insidie per la tenuta stessa del governo. Alla fine, tra sospetti, ritardi e sospensioni , l’intesa che avvia un processo che secondo fonti di governo si consumerebbe nel giro di sei mesi o un anno. Nella prima Cdp entrerebbe con il 51% e ci sarebbe lo scorporo che porterebbe il peso della famiglia Benetton tra il 10 e il 12%, soglia sotto la quale non si entra in Cda; nella seconda ci sarebbe la quotazione in che dovrebbe portare a una società con un azionariato diffuso alto, fino al 50%, in cui potrebbero entrare nuovi soci, con un'operazione di mercato, abbassando ulteriormente il peso della famiglia Benetton. Sul tavolo resta l’ipotesi della revoca della concessione in attesa che vengano perfezionati gli aspetti tecnici del negoziato.

Il comunicato stampa del CdM