Il governo vara il decreto Albania bis: nei centri, i migranti in attesa di rimpatrio. Schlein: Meloni calpesta diritti fondamentali per fare propaganda

Il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto Albania che consente di trasferire dall'Italia i migranti irregolari anche nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader, sino ad oggi di fatto inutilizzato, messo al pari di qualsiasi altro Cpr presente sul territorio italiano. 

Questo Decreto, ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi nella conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo la riunione del Consiglio dei ministri "ci consentirà di ridare immediata riattivazione di quel centro che non perde le sue funzioni che sono previste, e non viene snaturato". Il Ministro ha poi aggiunto di non avere ancora una data per il primo trasferimento, ma che il "centro è già attivo per 48 posti" e si arriverà a "oltre a 140 a risorse già date. Non costerà un euro in più nè per realizzazione né per le espulsioni".

Da sinistra immediate le reazioni negative alla decisione del governo: "Pur di mandare qualcuno nei centri in Albania rimasti sempre vuoti e coprire il fallimento totale della sua propaganda dice Elly Schlein - Meloni vuole trasformare i centri in Albania nel CPR più caro della storia. Il Governo non si fa remore a calpestare diritti fondamentali e buttare altre risorse degli italiani per la sua propaganda vuota e dannosa.”
Per Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, "Oggi assistiamo ad un nuovo capitolo, con la trasformazione dei centri albanesi in Cpr decisa in Consiglio dei Ministri, nella loro narrazione ed azione tanto disumana quanto inefficace e inutile".

Grazie a un vuoto normativo del Testo Unico dell’Immigrazione e della direttiva rimpatri Ue, il nuovo provvedimento consente di trasferire in Albania tutti gli stranieri in attesa del provvedimento di espulsione perché gli è stato già negato il diritto di asilo. Un modo per tentare di fare ripartire il progetto dei centri in Albania bloccati per mesi dai tribunali. Nelle strutture potranno finire anche migranti che non provengono da paesi sicuri. 

E' altamente probabile che in osservanza delle leggi i magistrati blocchino anche questo tentativo: ad oggi non è infatti prevista da nessuna norma il trasferimento in un Paese che non è né quello di origine né quello di transito. Si pone poi anche un problema di ulteriori costi: il rientro degli immigrati "irregolari" dovrà comunque avvenire da territorio italiano. Capiterà, quindi che immigrati oggi trattenuti in territorio italiano, potranno finire in Albania mentre vanno avanti le pratiche di espulsione e poi portati di nuovo in Italia, prima di partire per il loro paese d'origine. Ci sarà dunque un nuovo via vai di mezzi dall’Italia all’Albania e ritorno, con l'impegno di due poliziotti ( come da prassi) per ogni immigrato trattenuto.