La Open Arms davanti Lampedusa. Salvini contro tutti

La nave della Ong spagnola Open Arms è all'ancora nella zona di Cala Francese, a poche centinaia di metri dal porto di Lampedusa. A bordo 147 migranti costretti in mare da molti giorni in attesa di poter attraccare in un porto sicuro. Personale della Capitaneria di porto, della Guardia di Finanza e medici sono saliti per un'ispezione a bordo dell'imbarcazione, giunta in prossimità dell'isola scortata da due navi militari, dopo che il Tar del Lazio ha accolto un suo ricorso, sospendendo il divieto di ingresso nelle acque italiane disposto da Salvini. Il ministro dell’Interno ribadisce il suo no allo sbarco di migranti e ieri sera ha firmato un nuovo provvedimento di divieto di ingresso in acque italiane alla nave, peraltro non ancora notificato alla Open Arms. Ma il suo provvedimento non è stato stavolta firmato dai ministri della Difesa e delle Infrastrutture Trenta e Toninelli. "Ho preso questa decisione motivata da solide ragioni legali ascoltando la mia coscienza. Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l'umanità", ha detto la responsabile della Difesa. Nelle prossime ore il ministero della Difesa potrebbe dare ordine di trasbordare i 32 minori presenti sulla Open Arms sulle motovedette militari e portarli a terra come sollecitato dal tribunale dei minori di Palermo e dal premier Giuseppe Conte in una lettera inviata a Salvini. "Sul divieto di sbarco alla #OpenArms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti. E col Pd al governo, immigrazione di massa e Ius Soli tornerebbero realtà", ha prontamente replicato via twitter Matteo Salvini.
Potrebbe nelle prossime ore intervenire anche la Procura di Agrigento che, dopo aver già iscritto e inviato a Roma un fascicolo per abuso d'ufficio con la Ong spagnola come persona offesa, potrebbe decidere di intervenire a sostegno della decisione del Tar.