Asfissiante controllo sull'informazione della Tv pubblica: sul caso Scurati interviene il sindacato dei giornalisti Rai

“Il controllo dei vertici della Rai sull'informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante. Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal Governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come Antonio Scurati". Sulla vicenda della censura del monmologo dello scrittore Antonio Scurati è intervenuto con una dura nota il sindacato dei giornalisti Rai, l'Usigrai, già sul piede di guerra contro la forte dei pressione dei partiti di governo sulla Tv pubblica. Nei giorni scorsi, l'assemblea dei Comitati di redazione della Rai ha proclamato lo stato di agitazione e approvato 5 giorni di sciopero. "Gentili telespettatori - si legge nell'ultima nota -  noi ci dissociamo dalle decisioni dell’azienda e lottiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale”.

La vicenda è deflagrata ieri, quando la giornalista Serena Bortone, conduttrice di "Chesarà ", programma di Rai3, ha comunicato la cancellazione da parte della Rai del previsto monologo sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati. "Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili", ha scritto la Bortone, mentre immediati sono partiti i richiami alla censura. Problemi contrattuali ha ribattuto l' azienda, poi smentita dagli atti uffiuciali che parlavano di "problemi editoriali".Nella serata di ieri, in apertura del programma, il testo del monologo cancellato è stato poi letto in trasmissione da Serena Bortone.  Nel testo di Scurati sul tema dell' antifascismo, si ricorda il delitto Matteotti, e l'incapacità da parte di molta destra, a cominciare dalla premier, Giorgia Meloni, di dichiararsi senza ambiguità antifascista.

In precedenza era intervenuta anche la stessa premier Giorgia Meloni, oggetto del monologo di Scurati per non essersi mai dichiarata antifascista, che sui suoi social per smentire le accuse di censura ha pubblicato il testo dello scrittore, dopo però averlo pesantemente attaccato parlando di una vicenda legata ad una mera questione di compenso.A quel punto è arrivato l'intervento di Scurati che con una lettera aperta si è rivolta alla premier: "Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato. Continua a esserlo ora che si sposta il discorso sulla questione evidentemente pretestuosa del compenso. Pur di riuscire a confondere le acque, e a nascondere la vera questione sollevata dal mio testo, un capo di Governo, usando tutto il suo straripante potere, non esita ad attaccare personalmente e duramente con dichiarazioni denigratorie un privato cittadino e scrittore suo connazionale tradotto e letto in tutto il mondo".

Il testo del monologo

Durissime le reazioni delle opposizioni. Calenda rivolgendosi direttamente a Meloni dice che così "si è passati il segno". Per Elly Schlein "Questa Rai non è più servizio pubblico, la stanno trasformando nel megafono del governo. È stata una vera e propria censura".