Cento anni fa, il 3 gennaio del 1925, Benito Mussolini prese la parola nell'aula del Parlamento per rivendicare il delitto di Giacomo Matteotti, leader socialista e strenuo oppositore del nascente regime. Un discorso di sfida, quello del Duce, considerato l'inizio della dittatura fascista. A pochi giorni dalla ricorrenza, Sky propone l'attesa serie "M il figlio del secolo", tratta dal best seller di Antonio Scurati. Saranno otto episodi prodotti da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment (società del gruppo Fremantle), che racconteranno l'ascesa al potere di Mussolini e la resa di un paese alla dittatura fascista. La serie ripercorre la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919, fino al famigerato discorso di Mussolini in Parlamento. La serie offre, inoltre, uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali: quelle con la moglie Rachele, con l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure dell'epoca. A interpretare il Duce, uno fra i più apprezzati attori italiani: Luca Marinelli. Lui e gli altri protagonisti, sono stati diretti dal regista inglese del film Oscar "L'Ora più buia", Joe Wright. Stefano Bises e Davide Serino, firmano la sceneggiatura.
I trailer proposti in queste settimane offrono un'idea del Mussolini che hanno vluto raccontare gli sceneggiatori, un Mussolini seduttore che propone il fascismo come "una creatura bellissima fatta di sogni, di coraggio, di cambiamento. Conquisterà milioni e milioni di cuori. Sono sicuro anche i vostri. Seguitemi - dice uno spudorato Mussolini/Marinelli guardando dritto in camera e promette - diventerete fascisti anche voi". Una provocazione, quella dello sguardo diretto in camera, che è uno degli elementi caratterizzante la serie. dell'audiovisivo, è la trovata che porta avanti la serie.
Spiegano Stefano Bises e Davide Serino, "Mussolini chiama tutti noi, così abbiamo tenuto alto il livello di guardia". Scurati che inizialmente era perplesso si è ricreduto: "Ho avuto torto. Sono stato fiancheggiatore esterno della scrittura, ho molto dubitato. La ricerca del tono giusto era fondamentale, mi ero sforzato scrivendo di evitare empatia, seduzione, vicinanza, evitando di farne un personaggio comico. Gli sceneggiatori hanno fatto il contrario, ero arrabbiato ma quando ho visto il risultato sono rimasto abbagliato, ammirato".