Caso Almasri, offensiva delle opposizioni in Parlamento: venga Meloni a riferire in aula. Una vittima delle torture in Libia denuncia il governo

I leader dei partti di opposizione alla Camera, in testa Giuseppe conte, hanno chiesto un'informativa urgente di Giorgia Meloni sul caso Almasri, la vicenda dell'arresto e del pronto rilascio del generale libico ricercato per crimini di guerra e contro l'umanità dal Tribunale Penale internazionale.

"Deve venire il presidente non può essere certo il ministro che cura i Rapporti con il Parlamento- ha detto il leader del M5s nell'Aula di Montecitorio durante la discussione generale sul decreto Cultura alla-. Meloni deve chiarire al paese perché lei donna, madre, cristiana ha consentito tutti gli onori di un volo di stato per sottrarre alla giustizia internazionale un boia, accusato addirittura di stupro di bimbi di 5 anni". La posizione della premier Giorgia Meloni,  e dei ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, sarà oggetto di esame da parte del tribunale dei Ministri a seguito della denuncia dell'avvocato Luigi Li Gotti in relazione alla gestione della liberazione del comandante di Tripoli. Sulla stessa linea gli altri gruppi d'opposizione oltre 30 deputati si sono iscritti per prendere la parola a Montecitorio e criticare il governo dirottando la discussione generale sul dl Cultura.

La scorsa settimana la protesta aveva investito anche il Senato. Domani previste le riunioni dei capigruppo per valutare e se possibile concordare lo svolgimento dei lavori.

Una vittima e testimone delle torture del generale libico Osama Almasri nei lager libici ha intanto presentato alla Procura di Roma una denuncia per "favoreggiamento" per le condotte di Nordio, Piantedosi e Meloni che - a suo dire - hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia. Attraverso un legale, Lam Magok Biel Ruei, questo il nome dell'uomo, ospite di una struttura di Baobab Experience, sottolinea come "l'inerzia del ministro della Giustizia, il quale avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale, e il decreto di espulsione firmato dal ministro dell'Interno, con l'immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all'arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine".