"La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che, con l'invasione dell'Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l'Unione Europea". Così l'ex premier Mario Draghi, oggi consulente speciale della presidente della Commissione Ue, in occasione di una audizione informale davanti alle commissioni Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue del Senato e della Camera, per presentare il suo Rapporto sul futuro della competitività europea. Draghi ha esordito manifestando emozione per il suo ritorno in Parlamentoe "tanta gratitudine per quello che questa istituzione ha saputo fare in anni molto complicati per il Paese, e per quanto sta ancora facendo".
Per Draghi i valori costituenti la nostra società europea che per decenni hanno garantito pace e sviluppo "oggi sono posti in discussione". Per questo la “Difesa comune europea è un passaggio obbligato". Come procedere? "Occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti e che sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale". E poi i dazi che "avranno forte impatto sulle nostre aziende".