Francia: stasera il discorso al paese del presidente Macron. Si attende l'annuncio del nuovo primo ministro. In corsa il centrista Bayrou

 Una crisi senza precedenti quella con la quale si trovan fare i conti la Francia. Sfiduciato dall'Assemblea nazionale, a soli tre mesi dalla sua investiutura, il primo ministro francese Michel Barnier è stato costretto a gettare la spugna. Questa mattina Barnier si è recato all'Eliseo per rassegnare le sue dimissioni nelle mani del presidente Emmanuel Macron, che stasera prionuncerà un discorso alla Tv e forse annuncerà il nome del sostituto di Barnier. Favorito nella corsa sembra essere François Bayrou, leader centrista del MoDem, da sempre molto vicino al presidente francese. Chiunque riceverà l'incarico, dovrà fare i conti con una situazione politica e parlamentare quanto mai intricata, che rende problematica la costruzione di una maggioranza. Le forze centriste da sole non bastano: sarà necessario trovare sostegno in uno dei due schieramenti, a destra o a sinistra, che con il loro voto hanno fatto cadere Barnier.

Il capogruppo de I Républicains in Assemblea Nazionale, Laurent Wauquiez, ha detto che il siuo partito "non farà cadere" il futuro governo anche se dovessero non parteciparvi. Wauquiez  si è poiu scagliato contro Marine Le Pen dicendo che si è "screditata" come futura leader di un governo votando la sfiducia: "Quando pretendi di voler dirigere un Paese, non puoi fare la scelta dell'instabilità. E' un atteggiamento unicamente distruttivo", con l'obiettivo di "distogliere l'attenzione" dal suo processo, anche "giocando con l'interesse del paese". La leader dell'estrema destra che aveva consentito al governo Barnier di nascere, sembra infatti più preoccupata del suo destino personale che delle sorti del paese, trovandosi a pochi mesi da una probabile condanna per una vicenda di appropriazione indebita di fondi del Parlamento europeo. Oltre alla reclusione rischia l'ineleggibilità per cinque anni, che vorrebbe dire rinunciare alla corsa per le presidenziali ad oggi previste nel 2027. 

Nel fronte opposto il leader radicale Melenchon non lascia margini a possibili trattative, mentre al contrario il leader socialdemocratico di Place Publique, Raphaël Glucksmann, invoca la costituzione di una ''piattaforma minima'' tra le forze politiche che hanno fatto sbarramento all'estrema destra nelle ultime elezioni legislative anticipate.

A riassumere in maniera efficace la difficile crisi politica francese ci ha pensato il settimanale britannico "The Economist" con una copertina che ritrae una tradizionale fermata della Metro di Parigi con la scritta "Merde!".

the economist merde