Siria: la bandiera dei ribelli sventola sull'ambasciata russa di Damasco. Assad è a Mosca preoccupata per le sorti delle sue basi

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha convocato oggi una riunione straordinaria sulla Siria. L'incontro è in programma alle 15 ora locale, le 21 in Italia. Tutta la comunità internazionale segue gli sviluppi di quanto sta accadendo nel paese dopo la caduta del regime di Assad. Le milizie jihadiste ribelli hanno il controllo completo di Damasco e simbolicamente hanno issato la loro bandiera sulla sede dell'Ambasciata russa. A Mosca, dal suo storico alleato, ha trovato riparo e asiilo politico Bashar al Assad, ma Putin dovrà gestire con attenzione i rapporti con un dittatore che parte della comunità internazionale mette sotto accusa per crimini di guerra. Intanto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe, fa sapere che Putin "non ha in programma un incontro con Assad". Peskov ha ammesso che la Russia è rimasta "sorpresa" dagli eventi che hanno portato alla caduta di Assad: "Quello che è successo nel complesso ha sorpreso il mondo intero, e noi non facciamo eccezione". Quanto alle basi russe presenti nel paese,Peskov ha detto che è "troppo presto per parlarne, in ogni caso è tutto argomento di discussione con coloro che saranno al potere in Siria".

Sul futuro del dposto diuttatore si pronuncia l'ONU: "ogni transizione politica in Siria dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad deve includere l'accertamento delle responsabilità nei confronti di coloro che hanno commesso crimini sotto il suo governo", ha dichiarato  il responsabile delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk.

L'unione europea da parte sua invita "tutti gli attori a evitare ulteriori violenze, a garantire la protezione dei civili e a rispettare il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale. IUn una dichiarazione, l'Alto Rappresentate per la Politica Estera Kaja Kallas a nome dei 27 Paesi dell'Ue esorta in particolare "a proteggere i membri di tutte le minoranze, comprese quelle cristiane e di altre confessioni non maggioritarie, nonché a garantire la sicurezza dei cittadini stranieri e il rispetto delle rappresentanze diplomatiche a Damasco. Oggi - ha detto ancora - siamo al fianco di tutti i siriani, sia nel Paese che nella diaspora, che sono pieni di speranza, ma anche di coloro che temono un futuro incerto. Tutti devono avere l'opportunità di riunificare, stabilizzare e ricostruire il loro Paese".